L’edificio, costruito in forme rinascimentali dalla famiglia Piepoli agli inizi del XVIII secolo, sorge in Piazza del Popolo in prossimità di Palazzo Scarli. Si sviluppa su due livelli, divisi da una cornice marcapiano, caratterizzati da un paramento murario liscio per il primo piano e un bugnato squadrato per il secondo.
Il portale è dato da un arco, incluso tra due colonne con capitelli a volute, su cui si staglia la statua di San Michele Arcangelo. La trabeazione, ornata da testine alate e umane, mostra incisa sull’architrave l’iscrizione: “NEC MHI NEC MEIS, SED CUI DEUS, ET DIES. A. D. MDCCIII” (Né per me, né per i miei, ma per colui al quale Dio o il tempo “vorranno”. Anno del signore 1703).
Da rilevare in facciata, sugli spigoli del palazzo, due teste umane.
La prima si affaccia su via Perrone con un cartiglio volto a ricordare la fondazione dell’edificio: “FRAN PIPOILI A FUNDMTIS EREXIT (Francesco Piepoli eresse dalle fondamenta).
La seconda, con i lunghi baffi all’insù, sembra sbeffeggiare il dirimpettaio Palazzo Scarli alludendo probabilmente ai difficili rapporti intercorsi tra le due famiglie al momento della realizzazione del palazzo. Al di sotto della testina il cartiglio presenta l’iscrizione: “FRUSTRA PERTENTAT NAM ASCENDENDO VANESCIT” (Invano tentano “di afferrarlo”, poiché salendo scompare).