Stemma trecentesco Via la Motta
Lo stemma è ubicato sull’architrave di una finestrella di forma rettangolare, lungo il perimetro della motta che culmina in una graziosa e stretta piazzetta, in prossimità del punto più alto e dell’uscita a strettoia.
Inciso sull’architrave, è caratterizzato da uno scudo barrato con rose canine nel quadrato superiore e in quello inferiore. Ai lati dello scudo sono incisi due archi ogivali che ricordano l’architettura gotica di fattura trecentesca.
Edicola Madonna delle Grazie
L’edicola, risalente presumibilmente al XVIII-XIX secolo, è ubicata in via Madonna delle Grazie al civico 251.
La struttura pensile in pietra scialbata è in stile barocchegiante, presenta un timpano spezzato che ricorda i timpani del coronamento di facciata di una chiesa.
L’edicola ospita la stampa litografica inserita in una cornice e in una teca protettiva.
La Madonna è raffigurata nell’atto di allattare il Bambino, indossa una veste di colore rosso e un mantello di colore bianco mentre il Bambino è avvolto in un lenzuolo anch’esso di colore bianco.
La devozione verso la Madonna delle Grazie, molto sentita ancora oggi in particolare dal vicinato, nasce dalla vicinanza con la chiesa di S. Agostino con l’ex cappella dedicata alla madonna delle Grazie. Il 2 luglio, infatti, l’icona viene celebrata con altarini e luminarie.
Si racconta inoltre che fino alla prima metà del XX secolo l’edicola era poggiata sul muro che chiudeva il vicolo, in seguito all’apertura dello stesso venne ubicata nella posizione attuale.
Edicola Madonna della Corte Campanile
L’edicola, Madonna della “Corta campanile”, risale al XX secolo. Ubicata in Vico Savoia, conosciuto come Corte Campanile, nei pressi di Piazza del Sedile, è nota anche con il nome di Madonna della Neve.
Ha una struttura a forma di tempietto che funge da cornice ad un’immagine realizzata con la tecnica dell’affresco su intonaco.
L’immagine raffigurata, ridipinta su una più antica dedicata alla Madonna del “miracolo della neve”, presenta la Vergine con il Bambino in primo piamo e la chiesa matrice e il suo campanile innevati sullo sfondo.
Edicola Madonna con Bambino
L’edicola, ubicata sul balcone di palazzo Scura attiguo alla fiancata sinistra della Chiesa del Purgatorio, risale al XX secolo.
L’edicola a forma di tempietto, con due colonne angolari e un frontone, funge da cornice all’immagine dipinta della Madonna con Bambino.
Edicola di Sant’Agostino
L’edicola è ubicata in via D. Scura 19, al di sopra di un balcone di un’abitazione privata.
Si tratta di una piccola nicchia di forma rettangolare, all’interno della quale è posizionata l’immagine di Sant’Agostino in pietra scialbata.
E’ interessante sottolineare come la gente del posto identifichi il santo con S. Ignazio di Loyola.
Edicola dell’Annunciazone
L’edicola è ubicata sul muro orientale di palazzo Pilolli, in via G. Cazzano.
Ha una struttura a forma di nicchia ricavata nel muro con un arco a tutto sesto aggettante.
L’immagine, realizzata con la tecnica dell’affresco su intonaco, presumibilmente tra il XVII e il XIX secolo, è stata oggetto di restauro nel 1985 ad opera di due coniugi: Vito ed Angela Mastromarco.
La raffigurazione riprende l’Annunciazione del Vivarini presente nella chiesa Matrice di Modugno. Su un fondo color ocra emergono i personaggi delineati con un colore scuro che sembra ricalcare il dipinto sottostante. In primo piano le figure dell’Angelo Nunziante e della Vergine inginocchiata e irradiata dalla colomba dello Spirito Santo, ubicata al centro della raffigurazione; in secondo piano, in alto, spuntano da una nuvola, l’immagine del Padre Eterno e, a destra, la testa di una angioletto con capelli scuri. Quest’ultimo sembrerebbe quasi un ritratto di un membro della famiglia Pilloli.
Interessante è inoltre la presenza della tenda del talamo e di un vaso da fiori ad arricchire la scena dell’Annunciazione.
Edicola della Natività
L’edicola, inquadrabile cronologicamente tra il XVIII e il XIX secolo, è ubicata in Corso Vittorio Emanuele al civico 7, sul prospetto del palazzo.
Si tratta di un bassorilievo in pietra scialbata realizzato con una eccezionale cura dei dettagli e delle figure rese in chiave prospettica.
In primo piano, nel profilo della mangiatoia, sono raffigurati, la Madonna , San Giuseppe e Gesù nella cula; in secondo piano il bue, l’asinello e un pastore.
Edicola della Madonna di Costantinopoli
L’edicola, databile presumibilmente tra il XVIII e il XIX, è ubicata in Via vergini.
L’edicola, una nicchia di forma rettangolare custodita da una teca e definita esternamente da una cornice lignea, presenta la raffigurazione della Madonna di Costantinopoli, realizzata con la tecnica dell’affresco su intonaco, che sembra ricalcare un dipinto più antico.
Su un fondo di colore blu, iscritti in un ovale, è dipinta l’immagine di una Madonna incoronata, che regge un bambino con corona sul capo; in basso mensola dipinta di colore marrone.
La madonna indossa un mantello di colore azzurro e una tunica di colore rosa, presenta tratti del volto orientaleggianti resi mediante la bistratuta degli occhi.
Dai modugnesi è denominata anche come Madonna “del Lampone”.
Edicola della Madonna delle Grazie in Vergini
L’edicola, databile presumibilmente tra il XVIII al XIX secolo, è ubicata sotto l’arco di via Vergini, ha forma rettangolare e presenta in basso una mensola aggettante.
Il dipinto, realizzato con la tecnica dell’affresco su intonaco, oggetto di un restauro recente, raffigura, su uno sfondo di colore celeste, la Madonna nell’atto di allattare il Bambino. In alto, al centro, al di sopra del capo della Madonna è dipinta la colomba dello Spirito Santo che emerge da raggi di colore giallo.
L’ immagine della Madonna presenta tratti e lineamenti molto delicati, indossa una tunica di colore rosso e un manto bianco, mentre il bambino è avvolto in un lenzuolo anch’esso di colore bianco.
Porta vecchia Bari
La porta vecchia di Bari è una delle quattro porte, difese da torri che si aprivano nella mura trecentesche di cui si fa menzione nelle fonti documentarie, volute dall’arcivescovo Bartolomeo Carafa per difendere l’abitato dagli attacchi dell’esercito ungherese, durante la lotta di successione al trono angioino.
La porta, ubicata ad oriente, metteva in collegamento la città con il capoluogo Barese, l’attuale via San Giorgio.
In origine era ubicata lungo piazza del Popolo; successivamente, alla fine del XVI secolo, contestualmente ai lavori di sistemazione di Piazza del Sedile, fu spostata nelle vicinanze di via Cairoli all’altezza di palazzo Angarano. Da questo momento è conosciuta come porta Bari.
Porta la Staccata
Nel 1500, durante il ducato di Bona Sforza, l’estensione del paese verso sud-est e l’inglobamento del suburbio entro il perimetro murario rese inevitabile lo spostamento e la sostituzione di alcune delle quattro porte di accesso alla città che si aprivano nella muraglia trecentesca.
Porta la Staccata sostituisce, infatti, la porta de Suburbio che conduceva al convento degli Agostiniani, lungo la direttrice per Bitetto, l’attuale via Conte Rosso Stella, verso Piazza De Amicis.
L’unico elemento che ci documenta l’esistenza di queste porte, oggi scomparse, sono le croci lignee che annualmente venivano apposte sulle porte benedette.
Nello specifico si tratta di una croce ad otto raggi visibile sul muro in corrispondenza del luogo in cui la porta doveva essere ubicata.
Porta delle Beccherie
La porta delle Beccherie, così chiamata perché conduceva all’antico macello, risale al 1600.
Essa è ubicata a nord-est di piazza del Sedile, all’altezza dell’attuale palazzo Crispo.
L’unico elemento che documenta la sua esistenza è una croce lignea conservata sino ai nostri giorni e visibile sul paramento murario.
Le croci lignee sono una delle poche testimonianze di questi antichi ingressi ormai scomparsi; esse venivano apposte sulle porte e benedette ogni anno.
Porta del Suburbio
La porta del Suburbio è una delle quattro porte, difese da torri che si aprivano nella mura trecentesche di cui si fa menzione nelle fonti documentarie, volute dall’arcivescovo Bartolomeo Carafa per difendere l’abitato dagli attacchi dell’esercito ungherese, durante la lotta di successione al trono angioino.
A differenza delle altre tre porte (porta vecchi Bari, porta Bitonto e il Portello), è l’unica che si è conservata fino ai nostri anche se in un rifacimento più recente.
La porta del Suburbio si apriva a meridione ed è ubicata presso l’attuale via Donato Olimpio.
Nel 500, con l’inglobamento del suburbio all’interno delle mura cittadine e l‘espansione del paese verso sud-est, perse la sua importanza e venne rimpiazzata da Porta la Staccata che portava al convento degli Agostiniani, lungo la direttrice per Bitetto, alla fine dell’attuale Via Conte Rocco Stella, verso Piazza De Amicis.
La porta presenta una cornice ogivale, di fattura più recente che conserva in chiave d’arco, uno stemma borbonico litico del cardo comunale.
Porta del Forno o dell’Aia
La porta è ubicata presso l’odierna piazza Umberto I, all’imbocco dell’omonima Via del Forno.
Venne realizzata nel 1500 contestualmente all’inglobamento del suburbio all’interno del circuito murario e dell’espansione della città verso sud-est.
La porta era raggiungibile mediante un arco a tutto sesto tuttora percorribile.
Porta Bari
Porta Bari, è la porta che a partire dal XVI secolo permetteva il collegamento con il capoluogo pugliese, quando contestualmente ai lavori di sistemazione di Piazza del Sedile, Porta Vecchia Bari fu spostata nelle vicinanze di via Cairoli, all’altezza di palazzo Angarano, diventando così Porta Bari.