Situata sulla strada che collega Modugno a Carbonara, la chiesa dell’Immacolata sorge accanto al convento dei Cappuccini, costruito tra il 1589 e 1591 in area extraurbana nella contrada detta “la fontana” per la presenza di un pozzo pubblico, unica riserva di acqua sorgiva per la popolazione fino alla metà del XVIII secolo.
Il convento fu costruito dopo una controversia legale sulle disposizioni testamentarie di Nicola de Russis, che aveva legato la sua eredità alla costruzione di un convento dei Cappuccini.
Il complesso conventuale, edificato anche con il contributo dell’Università di Modugno, fu costruito con materiali poveri e pianta quadrata, secondo le prescrizioni dell’Ordine monastico improntate alla semplicità.
La chiesa presenta una facciata realizzata in pietra calcarea bugnata poco aggettante in cui si apre un portale rettangolare sormontato da una lunetta decorata da bassorilievi che raffigurano calice, ostia e angeli; al di sopra del portale vi è lo stemma dei Cappuccini e un finestrone centrale a lira di gusto barocco.
Sulla sommità si innalza un campanile a vela rettangolare. In corrispondenza della navata laterale sinistra è ancora visibile un ingresso, oggi obliterato, in parte sostituito da una finestra. Una iscrizione sull’arco dell’ingresso murato conferma la data di costruzione della chiesa al 1589.
All’interno l’edificio presenta il classico impianto planimetrico delle chiese francescane, caratterizzate dalla navata unica con volta a botte, affiancata da tre cappelle comunicanti tra loro sul lato sinistro. La pavimentazione e la decorazione di volta e pareti a motivi floreali e finti marmi policromi risale ad un intervento dei primi del Novecento.
Anche le colonne tortili dell’altare maggiore sono il frutto di un restauro novecentesco che ha sostituito il legno deteriorato con il cemento. La statua lignea dell’Immacolata Concezione a cui è dedicata la chiesa, probabilmente opera dell’artista napoletano Francesco Verzella, troneggia nella nicchia centrale sull’altare, fiancheggiata da quattro nicchie che ospitano i busti di quatttro Santi francescani, attribuiti a Francesco Picano.
A sinistra dell’altare maggiore una porta introduce al vecchio coro, oggi adibito a sacrestia.