di William Formicola
Il contenuto proposto e le immagini a corredo, sono tratte dalla documentazione conclusiva delle attività di scavo archeologico stratigrafico delle evidenze intercettate in Via S. Caterina (in atti presso il Comune di Modugno), redatta dall’archeologa Dr.ssa Sara Airò che ha curato per il Comune di Modugno e sotto la sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bari nella persona della Dott.ssa M. R. Depalo, le attività di indagine di scavo archeologico stratigrafico.
Nell’ambito di un progetto di riqualificazione del Centro Storico che ha interessato il rifacimento delle reti tecnologiche e delle pavimentazioni del nucleo antico del Comune di Modugno, nel luglio del 2017 durante i lavori di scavo in Piazzetta Santa Caterina sono stati fortuitamente intercettati alcuni resti ossei.
È stata quindi avviata, su indicazione della competente Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bari, una attività di scavo e rilievo atta a documentare e valutare la consistenza dei depositi archeologici e l’impatto su di essi degli interventi previsti in progetto.
L’attività di ricerca, svolta tra il 24 luglio ed il 9 agosto 2017 a cura della archeologa Dr.ssa Sara Airò, ha consentito di portare alla luce una sottostante struttura funeraria con una cospicua mole di ossa in essa contenuta.
L’ossario, che appare oggi del tutto isolato, potrebbe essere posto in relazione ad un’antica chiesetta -poi abbattuta- dedicata a Santa Caterina, da cui avrebbe preso denominazione l’omonima strada. Tra i reperti, oltre quelli ossei, sono emersi frammenti vitrei e ceramici, chiodi in ferro, nonché piccoli oggetti legati all’abbigliamento e all’ornamento personale, quali un bottone, un monile, ed un elemento a doppio anello in ferro, probabilmente una fibbia destinata a
trattenere i cinturini delle scarpe o delle borse.
L’utilizzo di simili modalità sepolcrali sembra non essere anteriore al XV secolo come già riscontrabile, nella stessa Modugno, nelle tre tombe presenti nella Chiesa di San Michele, ritrovata in Via Carmine e riferita al XVI secolo. Non può essere inoltre esclusa, la connessione con epidemie e pestilenze, attestate in città a più riprese in quel periodo, negli anni 1522, 1535, 1656 e 1691.
Le diverse forme di occupazione antropica individuate nell’area, a seguito dell’analisi della sequenza stratigrafica, appaiono riconducibili a sei fasi e vanno a sovrapporsi direttamente a formazioni di origine geologica (banco calcareo affiorante). In un momento forse riferibile al XVI-XVII secolo, l’ossario venne risistemato: si sfruttano le lastre di copertura sia come nuovi piani deposizionali, sia come base per l’impostazione di ulteriori muretti, che vanno a perimetrare (sempre entro i limiti della costruzione sottostante) due nuove strutture funerarie, di cui una caratterizzata da un cospicuo ritrovamento di ossa infantili.
Il peso delle nuove deposizioni, inoltre, deve aver provocato, in un momento non ben precisabile, il cedimento ed il collasso delle lastre di copertura dell’ossario ed una conseguente commistione tra i depositi superiori e quelle inferiori.
In una fase successiva al XVI-XVII secolo, dopo la dismissione delle strutture funerarie e dell’edificio di culto a cui dovevano far riferimento, furono costruiti gli stabili affacciati lungo i limiti del saggio, dei quali si è rintracciata la trincea
di fondazione.
L’indagine archeologica si è concentrata solamente all’interno della struttura funeraria rinvenuta (ove è stato intercettato il banco roccioso naturale), della quale è stato disposto il reinterro con conseguente ripristino del basolato stradale.