La chiesa di Santa Maria della Croce sorge in piazza del Popolo di fronte alla chiesa matrice. Fatta costruire nel 1574 a proprie spese dal sacerdote Giovanni Maria Pascale, la chiesa venne successivamente ampliata e annessa al monastero delle benedettine Olivetane e consacrata nel 1766. In seguito alla soppressione dell’ordine delle monache (1866) e alla morte dell’ultima monaca (1924), su concessione dell’Amministrazione del Comune, la chiesa venne affidata alla Confraternita del Terzo ordine agostiniano sotto il titolo di san Nicola da Tolentino.
La facciata, realizzata in pietra bugnata fino all’altezza del portale, prosegue con una parete in tufo liscio terminante con timpano; presenta un gusto tipicamente barocco dominata dal portale centrale e caratterizzata dalla ripetizione dell’elemento triangolare.
Il portale rettangolare è inquadrato da modanature ed è sormontato da una trabeazione sorretta da mensole a volute terminante in un timpano triangolare spezzato; tra il timpano e il portale spicca un fregio di triglifi e metope in cui si alternano rosette e cherubini.
All’interno del timpano spezzato è stata ricavata una nicchia con catino a conchiglia racchiusa tra lesene scanalate, sormontata a sua volta da timpano triangolare con cherubino. La statua presente nella nicchia raffigura San Benedetto.
All’interno la chiesa, a navata unica, presenta un gusto tipicamente tardo-barocco evidente negli stucchi che decorano le volte e nei caratteristici balconi rigonfi dei cori laterali e della cantoria in controfacciata. Si conserva il tipico pavimento in mattonelle maiolicate.
Sulla sinistra della chiesa, si sviluppa l’ex monastero di Santa Maria della Croce. Il palazzo, costruito nel 1618 dall’Università di Modugno e dallo stesso sacerdote che aveva finanziato la costruzione della omonima chiesa, Giovanni Maria Pascale, presenta lo stesso paramento murario, con il bugnato al piano terra e il tufo liscio che prosegue verso l’alto. Il convento ospitò sia le alunne del conservatorio di S. Eligio (dette monacelle) sia le figlie delle famiglie più facoltose del comune, le “Monache grandi”. Nel 1866 l’ordine della monache venne soppresso e il monastero passò nelle disponibilità del demanio, divenendo dal 1896 sede del Municipio. Questo cambiamento è evidente nel portone d’ingresso sormontato dallo stemma comunale e nell’abbattimento del sagrato unico che univa l’ingresso al convento e quello alla chiesa.
L’interno del palazzo è caratterizzato dal chiostro con doppio ordine di colonne terminante con un terrazzo con balaustra.
Il campanile, caratterizzato da due ordini di monofore di grandi dimensioni, funge da elemento di connessione tra i due edifici.