Nella storia di Modugno questo palazzo rappresenta la sede istituzionale per eccellenza, essendo stato destinato fino dal XVI secolo a edificio pubblico di rappresentanza del potere esecutivo, come sottolinea lo stemma visibile sul prospetto con la raffigurazione del cardo selvatico, emblema del Comune di Modugno la cui testimonianza più antica è rappresentata dallo scudo lapideo sulla facciata della chiesa di Santa Croce, databile al 1639.
Il palazzo, che nelle sue prime fasi risale all’età medievale, deve la sua denominazione alla Corte Regia che vi aveva sede a partire dall’età rinascimentale, quando Bona Sforza aveva installato nell’edificio il Capitano che rappresentava localmente il suo potere.
Con il passaggio alla dominazione spagnola il palazzo divenne sede del Regio Governatore che vi esercitava le sue funzioni ed amministrava la giustizia.
Nel 1837, quando l’edificio ospitava il Circondario Giudiziario, alcuni interventi di restauro eliminarono il tetto a capanna e modificarono la facciata.
Divenuto in epoca successiva sede scolastica, attualmente il palazzo, di proprietà del Comune di Modugno, è stato completamente restaurato (2004-2007) con destinazione culturale, attribuendo al primo piano la funzione di area museale-espositiva.
All’interno dell’edificio, al primo piano, è conservato un pregevole affresco che raffigura un’allegoria della Giustizia, raffigurata come figura femminile incoronata seduta tra due leoni, nell’atto di sollevare una spada con la mano destra e di reggere una bilancia con la sinistra. Ai suoi piedi un cartiglio con una iscrizione “Iustitia, quae natura fuerant communia, distribuit, unicuique suum principi, populo patribusque tribuens” (La giustizia, tutto ciò che per natura è stato creato comune, lo ha distributo, dando a ciascuno il suo, al principe, al popolo e ai nobili).
Un’altra iscrizione campeggia al di sopra della scena: Libere sperate in me omnis congregatio populi (Sperate in me senza restrizioni, voi tutti popoli aggregati).